Oltre le parole vuote e le convenzioni del mondo, la verità della vita

Oltre le parole vuote e le convenzioni del mondo, la verità della vita

 

Sabrina Baratta

Vivo per amori, questo il titolo del nuovo articolo di Alessandro D’Avenia uscito, come ogni lunedì sul Corriere … vivo per amore, come facevano gli antichi filosofi, ma anche come faceva un mondo che sembra dimenticato, fatto di fatica e di terra, di sudore e lacrime, di stagioni che si susseguono e donano il ritmo all’uomo e mostrano il ciclo della vita della terra. Quel mondo contadino da cui proveniva mio padre e che in questa esplosione di un autunno che muore riconosceva la verità di una esistenza che si dona. I nostri ragazzi vorrebbero solo questo, ne sono certa, nei loro volti assetati e impauriti leggo pensieri che hanno sete di verità, bellezza e giustizia, ma noi non so se sappiamo più donare loro quell’espressione d’autunno che muore e danza nel vento anche mentre cade. Riempiamo le nostre parole e i nostri occhi di grigio, non c’è il buio e non ci sono i colori potenti, morenti e accoglienti, non c’è la passione, né il coraggio di affrontare la luce che acceca e il buio che invade, c’è solo un grigio uniforme, reale in cui si fa, si esegue, si produce, si sta con i piedi per terra, ma non nella terra e in cui non c’è tempo per essere, per pensare, per costruire. Ma la natura insegna, ci sono stagioni del buio e della luce, stagioni in cui i colori esplodono per poi morire, stagioni che si preparano per cadere e altre per rinascere. Davvero non esiste una stagione di “non colore”, “non luce”, “non buio”, non vita” e “non morte”, una “non stagione” come quella in cui vogliamo che i nostri ragazzi vivano insieme a noi. E poi c’è la verità, la verità della vita, dell’amore, della morte. Mio padre sta molto male e mio nipote, che ha solo 8 anni, pochi giorni fa mi ha chiesto ripetutamente e lucidamente  quasi fino a fare male al cuore, se il suo nonno era morto, perché nessuno gli diceva la verità per non farlo soffrire. E invece l’amore vuole la verità, vuole vedere quei colori d’autunno che si accendono per scomparire nella terra, vuole vedere la danza dei ricordi, delle risate, della luce nel vento, prima di cadere, vuole sapere per conoscere ed Essere. Quella sete di amore e verità dei bambini e dei ragazzi non dovremmo mai dimenticarla. Oggi porto in me questo messaggio di speranza: gli occhi pieni di lacrime e la voce decisa e coraggiosa di mio nipote che mi chiedeva la verità e le parole di mio padre che mi ricordavano sempre che la vita è come la natura, che “c’è un tempo per ogni cosa”, ma che se si resta con i piedi NELLA terra e lo sguardo al cielo, forse si riesce a cadere danzando, perché si vive “per amori”.