Buona scuola!

Buona scuola!

a.s. 2022/23

Alessandra Avanzini

Oggi vorrei scrivere un piccolo augurio, qualche parola per iniziare rilassati ma pieni di energie questo nuovo anno scolastico; un augurio ai ragazzi e anche a noi docenti, che nessuno ci ringrazia mai, ma facciamo una gran fatica, anzi, non solo non ci ringraziano, ma ci dicono pure che dobbiamo essere formati. Come se stessimo procedendo a caso, a orecchio.

E voglio fare una piccola provocazione (che forse farà contento chi dice che dobbiamo essere ingabbiati e formati), ecco, perché anche se siamo intrappolati in mille progetti e commissioni, programmazioni e organizzazioni, un po’ procediamo a caso, ed è giusto, perché deve succedere così, perché l’umanità non la ingabbi in regole fisse, la devi annusare e inseguire, la devi comprendere e accogliere lasciando che ti contamini e ti cambi. E questo non lo puoi scrivere nelle regole di una UDA e da nessuna altra parte. E se non sei disposto a lasciarti emozionare, e cambiare, non vai da nessuna parte. Ti scontri con volti ostinati che ti rimandano un no secco e forte, e di iniziare il loro viaggio di conoscenza proprio non ne vogliono sentire parlare. Eppure è così: non li puoi costringere, ma lo devi fare, non puoi trasmettere nozioni, ma lo devi fare, non puoi fare magie, ma le devi fare.

Abbiamo studiato tanto, ma ora abbiamo davanti un mondo che ha bisogno di un pensiero che diventa azione. Di un’idea che si svolge nella realtà. É un mistero incredibile e affascinante, a volte mi sembra di vedere i miei sogni educativi che prendono forma, a volte mi sembra che non potranno realizzarsi mai, ma comunque l’educazione è questo, vive di idee e di realtà insieme, e non puoi mai pensare senza per così dire sporcarti le mani. L’educazione è anche azione, viva e pulsante, indefinibile e imprevedibile. Si gioca nel momento e nell’attesa, nell’osservazione e nella pazienza, nella gioia di essere insieme in una relazione che sai fin dal principio essere a termine. Perché poi i ragazzi devono andare via e il mio scopo è regalare loro una specie di bussola che sappia offrire loro sempre il coraggio e la sfrontatezza di saper inseguire il proprio sogno.

E per farlo, vorrei dare loro un piccolo consiglio: imparate a resistere alla scuola! Come? Divertendovi. Disubbidendo ma studiando. Perché la fatica dello studio, se si unisce al divertimento, poi diventa una grande soddisfazione. Come un ginnasta che poi ce la fa, vede i propri progressi e vola da solo. Io ai miei studenti lo dico sempre, divertitevi, anche all’esame di maturità a luglio, prima della prova scritta, le mie indicazioni sono state: divertitevi. Quando fate un tema e una verifica, quando siete sotto interrogazione (ma che brutta parola questa!) e quando fate i compiti e studiate. Divertitevi, seguite la vostra idea, disubbidite sempre un po’, trovate il lato curioso, spostatelo nel vostro mondo e imponete ai docenti un dialogo, se in qualcuno di loro non lo trovate. Siamo a scuola per voi, per costruire con voi qualcosa di bello. Per stare bene.

Perché persone che stanno bene con se stesse rendono giorno dopo giorno il mondo migliore.