Ciao, papa Francesco
di Alessandra Avanzini
Oggi è morto il papa e questa notizia mi commuove e mi riempie di tristezza. Un papa gentile che aveva scelto Francesco per nome. Un uomo portatore di pace.
Come quell’uomo che tanto tempo fa aveva scelto di essere uomo, e non un ruolo formale dentro ad una società. Ma, semplicemente, un uomo. A un uomo non appartiene niente, semplicemente vive con e nelle cose, nella natura e con la natura. Nel mondo con gli altri uomini.
Questa idea semplice ma potentissima e irriverente è quello che papa Francesco ci lascia, saper essere semplicemente uomini.
Non c’è bisogno di vestirsi di ricchezze, ruoli sociali, potere, anzi farlo rischia di farci perdere il senso e la bellezza di ciò che siamo.
Aver scelto il nome Francesco richiama quell’immagine di un uomo del 1200 che rinunciava ad ogni ricchezza e cercava una strada verso l’autenticità dell’essere umano, non tanto per raggiungere dio, ma perché dio sapesse farsi strada dentro di lui e insegnargli ad essere felice tramite l’amore – l’amore per la bellezza della vita.
Per la vita di ogni forma vivente – saper fare questo oggi significa anche costruire rispetto e lasciare che il mondo sia un luogo degno e capace di accogliere ogni essere vivente nel futuro. Non un luogo dove si distrugge, si uccide e si portano gli animali all’estinzione, ma un luogo dove ogni essere umano ha compreso che la vita è solo questa e vale la pena coglierne il senso profondo e saperne gioire. Saper ascoltare noi stessi e ogni atomo che ruota con noi e attorno a noi nelle forme più varie.